Muore un'addetta alle pulizie in un condominio di Roma: riportano così la notizia il Corriere e Repubblica; qui le foto Ansa.
La ricostruzione sarebbe questa. Deve essere pulito il lato interno di una serie di grate metalliche che costituiscono il vano ascensore, ricavato internamente ai pianerottoli, nel quale corre un ascensore con cabina a vista. Le grate da pulire non sono continue, ma ad ogni piano si interrompono ad una certa altezza, per poi riprendere al piano di scale successivo. Le addette alle pulizie, riporta Repubblica, compiono una leggerezza: invece di staccare dal quadro elettrico condominiale l'alimentazione dell'ascensore (operazione risolutiva, se si chiude a chiave il quadro e si pone un cartello di segnalazione), aprono una porta ad un piano - così l'ascensore si blocca fino a che la porta non verrà chiusa - ma non presidiano il pianerottolo. A un piano più basso con una scala portatile un'addetta supera l'altezza delle grate e si sporge all'interno del vano corsa per pulire, ma purtroppo una condomina trova la porta dell'ascensore aperta e incustodita, prende l'ascensore e scende. E succede la (assurda) tragedia.
Premesso che nel vano corsa ascensore può lavorarci solo ed esclusivamente un ascensorista, l'evento descritto appare molto legato a comportamenti personali non corretti e difficilmente prevenibili, se non si svolge quell'opera accurata di formazione e informazione e verifica che è obbligo di legge e responsabilità precisa, legislativamente parlando, di una sola figura: il datore di lavoro.