giovedì 10 marzo 2011

Mavaffambagno?

"Effettivamente, il giudice di merito ha erroneamente ritenuto che la mancanza di una normativa specifica, che imponesse al gestore della piscina la collocazione di cartelli (indicatori della diversa profondità e del divieto di tuffi dove l'acqua era bassa), escludesse la configurabilità di un comportamento colposo in capo al gestore.
Infatti, l'apposizione di mezzi idonei a segnalare la profondità della piscina e di un esplicito cartello per vietare i tuffi, dove la profondità non li consente in sicurezza, risponde alle comuni regole di prudenza (...). Nessun rilievo può avere, quindi, la mancata elencazione di tali obblighi in norme primarie o secondarie, o in norme elaborate dagli organismi sportivi di riferimento. La loro eventuale esistenza non farebbe altro che codificare generali norme di prudenza
": Cassazione Sez. III Civile, sentenza n.5086 del 3 febbraio 2011, nonostante i gruppi su facebook.

Perchè la piscina sì e il mare no?
Saranno abbastanza prudenti, la prossima estate, i gestori degli stabilimenti balneari del mare Adriatico? Si aprono nuovi orizzonti commerciali per le ditte di cartellonistica della riviera romagnola.