giovedì 9 aprile 2020
La sconfitta della prevenzione
In questi giorni stiamo assistendo alla definitiva sconfitta della prevenzione.
Da anni i legislatori, europei ed italiani, riempiono i datori di lavoro di leggi e prescrizioni, di obblighi di valutare i rischi (mi raccomando, tutti i rischi) e di redigere pesanti documenti buoni soprattutto a dimostrare carenze a posteriori, più che per creare sicurezza e salute reali.
E poi, improvvisamente, ci si accorge di non essere in grado di isolare un territorio perchè non si hanno chiare le competenze, di non essere capaci a tenere su i ponti (e questa volta, ad Albiano Magra, il coronavirus dobbiamo pure ringraziarlo per il traffico ridottissimo) e persino di non sapere mantenere sicuro un tribunale (appena bruciato, dopo aver avuto crolli di controsoffitti e finestre, sparatorie, cadute dall'alto per parapetti inadeguati).
Continueremo a chiedere al titolare di un negozio di alimentari con un commesso la valutazione scritta del rischio stress? Probabilmente no, nel frattempo il negozietto avrà chiuso.
Ma se utilizzeremo il covid-19 come strumento per renderci conto che la realtà è molto, ma molto, diversa da quello che qualcuno pensa che sia, e per ricordare che la sostanza è ancora oggi molto più importante della forma, forse tutta questa sofferenza non sarà stata invano.
Ma intanto, invece di gridare alla riapertura... "Prepariamoci. La storia delle epidemie insegna che il momento critico è quello in cui i decessi iniziano a diminuire." La prevenzione è questa e l'ha fatta uno storico.