mercoledì 19 maggio 2021

ATS, Ispettorato, Procura e ANACI: convegno sul rischio di caduta dall'alto il 1° di giugno

 

Il lavoro in fune è terribilmente alla moda: viene utilizzato per i vantaggi che indubbiamente dà ed anche per interventi su cui qualche domanda in merito alla qualità edilizia andrebbe posta. Non c’è dubbio che la “fotografabilità” dei suoi operatori sull’edificio aggiunge una specie di valore all’operazione: questo perché pur con qualche uomo appeso l’edificio rimane molto ben in vista, non nascosto da un’impalcatura, ed anche (o forse soprattutto) perché il lavoro in fune, grazie ad una promozione commerciale ormai dilagante che punta sul risparmio e sulla novità di una soluzione talmente semplice da sembrare quasi ovvia, colpisce direttamente l’immaginario del cliente, del cittadino, dell’utente finale.

Eppure non tutto è così semplice: la legge non permette di considerare il lavoro in fune una alternativa da utilizzare a piacimento del committente, ma la vincola all’impossibilità di utilizzare attrezzature più sicure come i ponteggi o le piattaforme mobili. Molto di recente un organo di vigilanza ha interrotto una “cappottatura” di un condominio eseguita in fune, mettendo di fronte l’amministratore ed i condomini alla dura realtà di una legge che dice cose che la pubblicità non dice.

Ne parleremo il 1° giugno in un seminario online con ATS Città di Milano, Ispettorato Nazionale del Lavoro, Procura di Milano, Fondazione Ordine Ingegneri di Milano, ALER.

Qua c'è la locandina in pdf con il programma, e per iscriversi come uditori questo è il link.